BIOGRAFIA

Sono nato un giorno di primavera e forse proprio per questo adoro le sue tinte che inebriano la vista, fugaci e imprevedibili come un quadro di mio padre.
Da piccolo lo osservavo dipingere le sue tele, le fissavo per lunghi minuti perdendomi nelle fattezze dei personaggi, coi loro volti a volte assenti, a volte tristi, e che talora sembravano acquistare un'espressione di infinita dolcezza. Quando mi portava con sé alle mostre, mi divertivo a correre nei lunghi corridoi pieni di quadri, giocando a nascondino con gli altri artisti.
A scuola sono sempre stato sufficientemente intelligente per andare bene nelle materie che mi piacevano e ad ingegnarmi con strategie mirate in quelle dove mi trovavo meno a mio agio. Alla matematica preferivo la musica, alla letteratura il disegno. Finché all’età di undici anni l’insegnante ci chiese di scrivere un racconto di fantasia. Un compito che ritenevo al di fuori della mia scarsa preparazione e che sentivo di non poter eseguire senza essere ridicolizzato.
Non ricordo se venne prima l’idea o la scoperta. Ricordo solo che nella soffitta della casa di campagna trovai un vecchio giornalino a fumetti un tempo appartenuto ai miei genitori. Vi lessi una storia di fantascienza che raccontava di un segnale di SOS da un oggetto spaziale captato dalla terra, l’astronauta che venne mandato trovò nella capsula un cane che da decenni sopravviveva nello spazio ed aveva evoluto la sua intelligenza tanto da poter comunicare con la terra e l’unica cosa che chiedeva era l’ultima carezza prima di morire.
La copiai.
Presi dieci e la maestra mi disse che avevo un futuro come scrittore, una fantasia innata e molti altri complimenti. Voleva anche mandare il mio racconto a un concorso importante, ma per fortuna era troppo tardi per partecipare.
Da allora fui condannato a non deludere lei e i miei compagni. Iniziai a leggere i classici della letteratura per ragazzi e cominciai a cimentarmi nella stesura di brevi e acerbi componimenti che col tempo divennero dei racconti sempre più avvincenti e intriganti. Più scrivevo e più forte cresceva in me la consapevolezza che scrivere significava creare nuovi mondi, nuovi personaggi che nel corso della storia diventavano persone, assumendo una vita a tutti gli effetti.
Fu allora che scoprii per la prima volta il vero, l’autentico Alan Palma.
E quando ancora oggi cerco di scoprire me stesso attraverso la dolcezza di una musica o la bellezza di un quadro o l’emozione di un racconto, in fondo cerco quello che un po’ cerchiamo tutti: la nostra essenza.

© 2019 Alan Palma